Inginocchiarsi davanti ai bambini, mettersi alla loro altezza per dare a loro la possibilità di riconoscersi in te.
Questo pensiero vale per tutto e tutti, adattarsi all’esigenza senza escludere nessuno.

Nella relazione di aiuto, ogni persona va integrata nel gruppo, senza escluderla, facendo in modo di fargli vivere l’esperienza, come tutti gli altri, magari adattando l’attività.
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42 bambini mi hanno accompagnato alla scoperta di nuove emozioni.
Sì, hai letto bene, sono loro che mi hanno accompagnato. Io ho facilitato diverse sensazioni attraverso l’utilizzo dell’argilla e attraverso la visione di un libro in popup, ma sono loro che mi hanno fatto scoprire alla tenera età di 55 anni che lavorare con i bambini in un ambiente allegro e vivo è fantastico.
Certo è stato solo un giorno e non so se ripetere l’esperienza potrebbe cambiare questo mio pensiero, ma posso garantire che il mio stato d’animo è stato leggero e in pace.
Le loro domande, “ma da dove viene questa terra? come diventa dura?” sono state a volte pungenti, ma piene di quella vivacità intellettiva e curiosità che solo un bambino possiede.
Insomma è stata per me una scoperta illuminante. Vedere il mio e il loro sorriso fondersi in un vortice empatico unico, mentre erano tutti intenti a pestare l’argilla arricchita di impronte è stata un’esperienza ripetitiva, e sì lo possiamo dire ripetitiva perché lo rifaremo.
Grazie alla scuola che mi ha accolto e soprattutto grazie a tutte le maestre.
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