Con il metodo delle Impronte Espressive è possibile creare racconti e storie uniche. Ma prima di descriverti il metodo, leggi questa storia.

In un villaggio tranquillo e pittoresco, c’era un gatto nero di nome Salem. Il suo pelo era nero come la notte senza stelle, e i suoi occhi, verdi e penetranti, sembravano avere una conoscenza antica. Salem non era un gatto ordinario; si diceva che avesse poteri magici e fosse in grado di percepire cose che gli altri non potevano.

Un giorno, mentre esplorava la foresta che circondava il villaggio, Salem si imbatté in una pietra misteriosa. La pietra era incastonata in una radura nascosta, avvolta da una luce eterea che sembrava pulsare con un ritmo segreto. Salem, attratto dalla sua aura enigmatica, si avvicinò con cautela.

Mentre si avvicinava, una voce antica e potente risuonò nella sua mente: “Chi osa disturbare il sonno della pietra sacra?” Salem, pur spaventato, decise di rispondere: “Sono Salem, un gatto curioso. Chi sei tu e perché questa pietra è così speciale?”

La voce, ora meno minacciosa, iniziò a raccontare la sua storia. “Io sono l’ultimo guardiano di questa foresta. Molto tempo fa, un potente stregone sigillò il mio spirito in questa pietra per proteggere il villaggio e la foresta da un male antico. Solo un’anima pura può liberarmi e permettere alla foresta di prosperare di nuovo.”

Salem, consapevole del pericolo che poteva comportare, decise di aiutare. “Cosa devo fare per liberarti?” chiese con determinazione. La voce rispose: “Devi portare la pietra al cuore della foresta e pronunciare l’incantesimo di liberazione, ma sappi che questo richiederà un grande sacrificio.”

Senza esitare, Salem afferrò la pietra con le sue zampe e si diresse verso il cuore della foresta. Durante il viaggio, sentiva una crescente connessione con la pietra e una forza misteriosa che lo guidava. Quando finalmente raggiunse il luogo indicato, posò la pietra su un altare antico e iniziò a recitare l’incantesimo.

La terra tremò, e un fascio di luce si sprigionò dalla pietra, avvolgendo Salem. Sentiva il suo corpo trasformarsi, ma non provava dolore, solo una strana sensazione di pace. La pietra si frantumò, e dal suo interno emerse una figura luminosa, il guardiano della foresta, finalmente liberato.

“Grazie, Salem,” disse il guardiano con gratitudine. “Il tuo sacrificio non sarà dimenticato. La foresta e il villaggio prospereranno grazie a te.”

Salem, ora trasformato in una statua di pietra, rimase nell’altare come simbolo di coraggio e altruismo. Gli abitanti del villaggio, scoperta la storia, eressero un santuario attorno alla statua, raccontando per generazioni la leggenda di Salem, il gatto nero che salvò la foresta e il villaggio.

E così, Salem continuò a vegliare sulla foresta, la sua forma di pietra un eterno ricordo di un’amicizia e un sacrificio senza pari.

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