La luna calante ha un modo tutto suo di toccarmi: non mi trascina più nell’abisso, ma mi accompagna in profondità.
Mi invita a guardarmi dentro, a fare spazio, a lasciare andare ciò che non serve più.
Ho imparato, nel tempo, a mettere uno specchio davanti a certi pensieri.
Non per respingerli, ma per rifletterli con consapevolezza,
per dire loro: “Ti vedo, ma non sei tutta la mia verità.”

In quei giorni sento il bisogno di fare un passo indietro.
A volte basta poco: un giorno senza schermi,
una pausa per respirare senza fretta.
È come se il mondo digitale mi chiedesse sempre qualcosa,
ma io scelgo di ritrovare la mia voce,
lì dove non c’è bisogno di applausi, solo di presenza.
La mia mente ha mille correnti: Klinefelter, ADHD, sfumature preziose
che amplificano il sentire, che colorano la realtà in modo unico, sorprendente.
E anche se a volte tutto si accende all’unisono, ho imparato a navigare, a danzare con le onde invece di esserne travolto.
Così torno alle mie piccole pratiche: modellare l’argilla con le mani nude,
ascoltare il silenzio prima di dormire, lasciare il telefono da parte e restare in contatto con ciò che è vivo e vero.
Scelgo, ogni tanto, di non rispondere al richiamo del rumore.
Scelgo di ascoltare il battito lento della mia interiorità.
Di non cercare fuori ciò che può sbocciare dentro. E allora, in questa luna nuova, ti invito a seminare bellezza. Con gesti lievi, come accarezzare un fiore. Chiudi gli occhi, annusalo. Lascia che il suo profumo ti porti altrove: in un mondo fresco, fragrante, tuo.
Un mondo dove ogni petalo è una possibilità, e ogni respiro una nuova nascita.
Paolo Cipriani
Scopri di più da Paolo Cipriani Arteterapeuta
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