Negli ultimi mesi ho condiviso frammenti di me: la sindrome di Klinefelter, l’ADHD, le parole che spesso diventano confini.
Ma ogni racconto mi ha portato a una scelta: rompere le etichette.
Perché io non sono una diagnosi, né un ruolo.
Sono un ritmo, un tempo, uno spazio che cambia.
E se a volte mi sento più lento, forse è perché alcuni corrono troppo.
In realtà ognuno ha il suo passo. E ogni passo, anche incerto, è sacro.

Lo specchio dell’anima

Ho capito che non si tratta di dare o ricevere, ma di essere.
E in questo essere, c’è già tutto.
Ma essere non è fermarsi: è rispondere.
Rispondere con un gesto, un colore, una traccia.

Sentirsi dire cosa fare è una lama nel cuore.
Non è ribellione, è ferita.
La ferita di non sentirsi pronti, di non essere visti nel proprio tempo.
Il bisogno non è di essere guidati, ma accolti.

🎨 E allora, prendi i colori. Non per obbedire, ma per rispondere.
Lascia che ogni sfumatura sia una parola dell’anima.
Non c’è giusto o sbagliato, veloce o lento.
C’è solo il tuo gesto, il tuo respiro, il tuo ritmo.

Dipingi non per spiegarti, ma per esistere.


Ogni traccia è un “sì” alla tua presenza.
Ogni segno è un ponte tra il tuo essere e il mondo.

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Il Disegno è il frutto della porta degli intenti, laboratorio online svolto il 17 settembre 2025

Prossimo evento 19 ottobre in presenza a Vasto.

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