Osservare senza invadere
Le parole hanno un peso. Un segno grafico, anche il più semplice, ha voce e valore.
Uno scarabocchio non è mai solo un disegno: è un frammento di mondo, un ponte tra dentro e fuori.
Nel gesto spontaneo di un bambino c’è già una narrazione: ciò che vede, ciò che sente, ciò che sa fare con la sua evoluzione in corso.
Se sei genitore, educatore, o semplicemente testimone di un processo creativo, ti sarà capitato di chiedere:
“Che storia stai raccontando?”
Fallo con delicatezza. Senza giudizio, senza interpretazione.
Quella storia non è tua. È sua. E merita spazio per esistere così com’è.

Il mio sguardo, il mio ruolo
Io osservo. Non per analizzare, non per etichettare.
Non sono uno psicoterapeuta, non cerco significati nascosti.
Ma nel gesto, nel ritmo, nel modo in cui il segno prende forma, posso cogliere tracce di evoluzione.
Seguo il processo, non il prodotto. Accompagno, non decifro.
Prima di chiedere, ricorda
Prima di porre una domanda a un bambino, fermati.
Respira.
Medìtati in lui, in lei.
Ricorda la tua storia, il tuo modo di raccontare il mondo quando eri piccolo.
Solo così la domanda sarà un invito, non un’invasione.
Solo così il gesto creativo potrà restare libero, autentico, fertile.
Rituali creativi e Arteterapia con Paolo
Arteterapeuta certificato FAC
“Ogni segno tracciato da un bambino è una porta socchiusa sul suo mondo. Non interpretare: ascolta, accogli, ricorda com’eri tu.”
Paolo Cipriani
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