Quale cibo diresti che è la tua specialità?

Il mio nutrimento principale è creare.
Creo su diari, taccuini, fogli sparsi… oppure attraverso installazioni temporanee, come nella land art, dove il tempo stesso diventa co-autore: trasforma, dissolve, porta via ciò che è stato.

È un nutrimento simile a quello dei mandala buddisti, tracciati con polveri leggere e destinati a svanire con un soffio di vento.
Un gesto effimero, ma profondamente significativo.

Anche il cibo, in fondo, ha questa natura: scegli ciò che ti piace, lo assimili, lo trasformi, e poi lasci andare ciò che non serve più.
Così è la mia creazione: un atto che nutre, si consuma, e lascia spazio al nuovo.

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