Sempre dal mio mondo ADHD e dalla condizione genetica Klinefelter, ho convissuto per anni con un forte tremolio al braccio.
Un tremolio che mi ha accompagnato fin da bambino, invadendo il mio pensiero con una convinzione silenziosa: non sono adatto a questo mondo.
Quando disegnavo, uscivo sempre dai bordi.
Non avevo un confine.
Il tremolio mi portava fuori, oltre la linea, oltre il margine.
E quel “fuori” diventava errore, giudizio, esclusione.
Poi ho scoperto i taccuini.
Spazi liberi, senza regole rigide.
Luoghi dove posso esprimermi senza dover restare dentro un confine.
Ho scoperto che la creatività non chiede permesso.
Che posso disegnare, scrivere, danzare anche se il mio tratto è incerto.
Che posso stare al mondo, sentendomi me stesso, nel rispetto di me e dell’altro.
Il confine ha un valore, soprattutto nei contesti educativi: ti aiuta a orientarti, a stare.
Ma ho imparato che esistono anche confini gentili, che non escludono, ma accolgono.
Che posso stare al mondo senza dovermi correggere, ma semplicemente migliorando.
Per tanti anni non ho avuto rispetto né per me né per gli altri.
A volte per rabbia, a volte per pettegolezzi, a volte per paura.
Ero poco riverente, poco presente.
Ma il tempo insegna.
Insegna che puoi disegnare, puoi cantare, puoi danzare
con il tuo modo di essere.
Con gentilezza.
Con leggerezza.
L’avvento creativo sul canale whatsapp
25 giorni di scintille creative.
Percorso gratuito.
Scopri di più da Paolo Cipriani Arteterapeuta
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.