La somma felicità possibile dell’uomo in questo mondo, è quando egli vive quotidianamente nel suo stato con una speranza riposata e certa di un avvenire molto migliore, che per essere certa, e lo stato in cui vive, buono, non lo inquieti e non lo turbi coll’impazienza di goder questo immaginato bellissimo futuro. Questo divino stato l’ho provato io di sedici e diabete anni per alcuni mesi ad intervalli, trovandomi quietamente occupato negli studi senz’altri disturbi, e colla certa e tranquilla speranza di un lietissimo avvenire.
Leopardi, Zibaldone, 1819-1820 (76)
A 16 anni non pensavo minimamente di studiare. Avevo scelto di fare l’istituto d’arte a Pescara, sezione serigrafia, ma la scuola, per via del numero eccessivo di iscrizioni in quel corso di studi, mi “infilò” al corso di fotografia. Mi appassionai alla foto mi ero creato un laboratorio di sviluppo e stampa nel bagno di casa mia. Lo sviluppo andava bene: riuscivo a scaricare il rullino e ad infilarlo nella spirale che poi andava nell’acido. Nella stampa, invece, ero proprio negato: non azzeccavo mai i tempi e il risultato era sempre vuoto, pallido, senza contrasto… un orrore. Abbandonai gli studi a metà del terzo anno, scelsi di partire verso il nord Europa, e lì comincio la mia vita d’artista.
Ho seguito il mio istinto dedicandomi alla pittura, e nello specifico alle tecniche astrattiste, ma senza riuscire a dare alle mie opere organicità e una continuità contenutistica. Questo mi ha penalizzato in diverse occasioni, infatti, tendo ad avere ancora oggi molte passioni, che non riguardano solo l’arte, ma anche il viaggiare, il mangiare, il leggere, che mi incuriosiscono e mi ispirano nuovi pensieri, ma ciò nonostante non riesco ad avere un progetto unico e quindi non riesco a dare chiarezza del tipo d’arte che faccio.
Non è di certo un diploma che focalizza il pensiero, ma ho avuto in questi lunghi anni il disagio di non aver terminato gli studi e per essermi orientato verso uno studio di tipo più personale.
Ciò nonostante sentivo che mi mancava una parte di me…una parte importante della personalità e ho iniziato così a leggere libri su tema psicologico, come ad esempio Narcisismi di Nanetti, in cui ho ritrovato nero su bianco molte sfaccettature della MIA PERSONALITA’, come ad esempio iniziare tanti progetti, tante tecniche, anche pittoriche, ma senza avere una direzione che mi dia un’impronta.
Il senso di “colpa” che mi portavo dietro già da 18 anni per aver interrotto gli studi mi stava dando certezze instabili. Quindi ho deciso di perseguire e portare a termine lo studio accaparrandomi il diploma.
Il Puzzle mancante si riferisce proprio a questo sentirsi tendenzialmente insoddisfatti. Nel mio caso era la maturità che ho raggiunto, con dedizione ma anche tanta fatica, e quindi ho messo il tassello mancante. Ma quanti tasselli mancano ancora? Riuscirò a completare il puzzle?
Non ho rimpianti su come si è svolta la mia vita fino ad oggi, ma sentivo un vuoto e avevo un gran desiderio di colmare quel vuoto attraverso dedizione e un pezzo di carta. Gli obiettivi si possono raggiungere a tutte l’età, senza se e senza ma. Basta volerlo!
Preso il diploma pensate che mi accontento? ma no certo che no, sono curioso e ho voglia di apprendere e imparare tante cose ancora, quindi sto valutando l’università; psicologia non mi dispiacerebbe, ma vorrei trovare qualcosa che lega Arte e Psiche, e poi voglio studiare l’Inglese, utile per tutto Arte e viaggi.
Il Puzzle si completa man mano, anno dopo anno…un tassello si toglie e uno si mette perché l’essere umano per sopravvivere non ha bisogno solo di cibo, ma di nutrirsi anche attraverso la conoscenza.
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