
Dipingo per spensierarmi, usando tecniche diverse, dalle più semplici alle più complesse. Complesse non tanto per la tecnica in sé, ma per il tipo di focalizzazione necessaria, poiché in ogni gesto devo prestare massima attenzione a lasciare intatta la parte che non voglio colorare. Come in un mantra, come una pratica meditativa, cerchi o quadrati si ripetono. Dipingere diventa un po’ come meditare a occhi aperti, quasi come lasciarsi trasportare dalla matita, dal colore o dalla spatola. Non penso molto a quello che faccio, per cui sono le emozioni del momento a guidarmi. Se penso troppo infatti, il risultato è diverso da come me lo sono immaginato, sia nella forma che nel colore. La progettazione per me sta è tutta nel prodotto finito. Il risultato non deve essere il prodotto materiale, ma quello di far trovare un senso all’osservatore, aiutandolo a costruirlo attraverso spunti interpretativi, quali un titolo, un testo.
Il disegno figurativo non è il mio forte, solo attraverso la spensieratezza e l’istinto riesco a dare il meglio di me. Mi lascio trasportare dalla musica, della più varia dalla classica al Metal, dal mio umore del momento.
Proprio Edward Hopper dice “ La parte migliore di me esce fuori quando mi metto ad improvvisare!”
Prima di iniziare un nuovo lavoro, riordino il tavolo, scelgo i colori e i pennelli che desidero usare, anche se poi non sempre li uso tutti; anzi, mentre disegno decido di cambiare attrezzi. Dopo aver riordinato scelgo il supporto, tela, carta, quaderno. In questi giorni sto sperimentando nuovi colori, nuove tecniche e ho voluto allargarmi su supporti di grande scala usando quindi fogli di grandi dimensioni. L’idea di spaziare su grande formato in questo momento mi trasmette armonia e luminosità, e non l’ansia del dover riempire come una volta.
Ho voluto immortalare con un video la creazione dell’opera, che poi non è niente di nuovo, né per me e forse neanche per voi. E’ semplicemente un modo per annotare i gesti, come un quaderno degli appunti. E’ un po’ come lasciare la traccia delle proprie tecniche, come fa un farmacista o un cuoco che trascrive le sue ricette e le conserva in un cassetto pronte per esser lette.
Ho creato “SOLE e VENTO” (50 cm x 70 cm) utilizzando pastelli a olio, china e acquarelli. E’ qualcosa di completamente nuovo, mai fatto prima, Sperimentare in questo periodo mi ha aperto nuove finestre, nuove immaginazioni. Ascoltare e guardare altre persone che in qualche modo fanno lo stesso percorso che sto facendo, e non parlo soltanto di percorso interiore, ma di percorso d’immaginazione, di trasmettere emozioni attraverso le proprie creazioni, pittura, musica, teatro, mi sta aprendo a nuove finestre, spingendomi a sperimentare il “nuovo”, giorno dopo giorno, con passi in avanti e ogni tanto passetti indietro, spingendomi oltre i miei limiti.
Spesso sento dire: non devi dimostrare niente a nessuno! Certo che no! Voglio dimostrare a me stesso, che i limiti sono nella testa. Non c’è limite all’immaginazione, alla tecnica, allo sperimentare.
Giorno dopo giorno supero i miei limiti, le paure, la pigrizia e trasformo tutto in armonia con me stesso che poi si riversa sul mondo intero.
Bisogna metterci la faccia e se ti rendi conto che hai fatto una stupidagine, il passo dopo sarà più sicuro e determinato.
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