Simbolismo

Il simbolo non spiega nulla, ma fiuta l’intuizione di un significato oscuro che nessuna parola o lingua potrebbe esprimere in modo adeguato.

“Studiate il monocorde e scoprirete i segreti dell’Universo” amava dire Pitagora, uno dei protagonisti della Scuola di Atene di Raffaello. L’Urbinate raffigura in questo affresco i massimi pensatori del passato, caratterizzati tutti da un oggetto stretto tra le mani, un atteggiamento, un particolare dell’abbigliamento ed altri piccoli dettagli che permettono di stabilirne l’identità.

PODCAST DI DICEMBRE

Tra di essi vi è una figura – seduta nell’angolo sinistro della scalinata – intenta a scrivere mentre un discepolo sostiene una piccola lavagna sulla quale sono tracciati alcuni segni. Si tratta appunto di Pitagora, ricordato qui per le sue intuizioni filosofico-matematico-musicali.

Pitagora aveva sviluppato infatti una teoria cosmogonica fondata sul concetto di armonia nel rapporto tra i numeri e gli accordi: una speculazione originata dall’analisi del suono ottenuto dalla vibrazione del filo di un monocorde. Pizzicando una corda divisa in due frazioni si poteva ottenere una nota di un’ottava superiore – in un rapporto 2:1 – rispetto a quando la si faceva vibrare per intera; dividendola in tre o più parti, la correlazione cresceva proporzionalmente. Da queste riflessioni nasce lo schema che il filosofo è intento a vagliare nell’affresco di Raffaello.

Per Pitagora l’Universo, assimilabile ad un monocorde, sarebbe costituito da un filo ininterrotto in grado di collegare la sfera celeste a quella terrestre e, ogni singola vibrazione produrrebbe diversi effetti sulla realtà: emanazioni comprensibili solo a patto che si analizzino con scrupolo gli intervalli sonori del “monocorde terrestre”, inteso come strumento musicale, e si applichino le risultanze al “monocorde cosmico”.

Raffaello aveva intuito la grandezza di questa rivelazione ponendola, per importanza, al di sopra di tutti gli altri studi di Pitagora e riconducendola di proposito ad emblema dell’erudito pensatore.

Non solo. I numeri identificano, come sottolineò lo psicoanalista Carl Gustav Jung, degli Archetipi, ovvero simboli universali con particolari valenze energetiche e un ruolo attivo nell’ambito della cosiddetta Unità. In poche parole non sono semplici quantità aritmetiche, ma corrispondono a specifici simboli, se non addirittura, come sosteneva Pitagora, a suoni, lettere e pianeti, determinando il ritmo dell’universo. Il numero non apparterrebbe quindi al piano fisico ma a quello spirituale e dipenderebbe da leggi tutte sue di costruzione ed evoluzione. Avrebbe inoltre qualità specifiche che dipendono dalla sua collocazione in natura. Oltre a Pitagora e a Jung, anche Sant’Agostino si interessò molto ai numeri, definendoli

il linguaggio universale offerto dalle divinità agli umani come riconferma della verità“.

Con questa  premessa mi voglio addentrare nel mondo della numerologia.  I Numeri mi girano attorno da sempre, fin dai tempi in cui mia madre raccoglieva nella sua libreria  testi su temi olistici e non solo: Sai Baba, Yogananda, numeri, astrologia ed organizzava incontri e seminari trattando argomenti complessi, ma antichi. 

Mi sono incuriosito su questi argomenti, ma allo stesso tempo mi allontanavo, nel senso che in quel periodo i miei obiettivi erano altri. 

Nell’ultimo decennio ho riportato all’attenzione questi temi attraverso il colore e l’arte. Pensavo che il colore fosse l’emozione più vicina all’arte, ma per certi aspetti mi sbagliavo. Infatti in questi anni ho visto che la musica e l’elaborazione del pensiero attraverso lo studio dei numeri portano delle risposte. Anche il colore è uno studio ricco di significati. Come già detto in un altro podcast, le vibrazioni che emanano i colori possono trasmettere allegria quanto depressione. Questo accade anche nell’ascolto di un brano musicale le cui vibrazioni fanno emergere emozioni e pensieri. 

I podcast e gli articoli sul blog saranno l’inizio di questo nuovo studio su Colore, musica, numeri e arte che si fondono per costruire qualcosa di nuovo e sorprendente. 

Il giardino dei tarocchi che si trova a Capalbio, di cui ho già parlato in un post sul mio blog, mi ha influenzato. I numeri e le lettere che troviamo al suo interno mi hanno spinto a documentarmi su questo studio. 

Partendo da questo stimolo ho iniziato un taccuino gigante chiamato “L’albero dei Numeri” in cui dipingo numeri da zero a cento. Ho iniziato proprio con questi due che aprono e chiudono il taccuino, poi ho aggiunto l’8, numero importante che indica l’infinito. 

Attualmente ne ho disegnati una quindicina, mi preparo il foglio e mi lascio andare alle emozioni. Al numero che esce attribuisco un significato personale e poi aggiungo il significato che trovo in diversi libri. 

Sono sempre rimasto sorpreso dal significato che ne scaturisce.

Ogni numero ci parla come se qualcuno ci stesse suggerendo qualcosa da intraprendere o elaborare non solo sul piano artistico, ma anche comunicativo. 

La numerologia, infatti, è uno studio esoterico basato sui numeri. Esistono anche i tarocchi, le date di nascita, i pianeti, ll colore e la sua corrispondenza. Il risultato è sempre sul bene della persona, e fa sì che gli strumenti dati o le informazioni ricevute indichino la strada a chi riceve tali indicazioni.

Nelle date di nascita io, ad esempio, sono nato il 31 marzo 68. Il numero che esce per primo deriva da 3+1=4, i mesi che hanno 31 giorni sono 7, marzo equivale al 3, e poi abbiamo il 6 e l’8. Numeri stupendi! Ma se li vediamo nel dettaglio ognuno è opposto all’altro, ovvero ognuno indica una via diversa. Quindi poi sta al pensiero individuale indirizzare le capacità, la perseveranza, lo studio o il lavoro.

Lasciar perdere non è sempre una cattiva idea.

Condivido in pieno! Spesso lascio andar via un progetto, un pensiero, pur essendo per me molto importante, per concedere spazio a una nuova energia! Piantare delle radici o curiosare altrove per me è fonte di ricchezza culturale. 

Come dicevo, ogni numero ha un significato preciso e dettagliato. Capita a tutti di guardare l’ora in un momento specifico in cui le lancette segnano la sequenza numerica, 12:12, 07:07 e così via. Anche il 12:21 è un numero particolare. Può anche capitare che insieme all’orario, il giorno corrisponda allo stesso numero: 12:12 del 12 dicembre. Faccio sempre caso a questi numeri e cerco di trovare la risposta non solo nel numero specifico, ma anche sommandone le cifre. Quindi 12:12 diventa 3 e poi 6. Il sei è un numero importante, ma niente toglie al tre e al 12. Insomma ogni numero ha qualcosa da dirci. 

Il 6 è l’energia che ti circonda…lasciati avvolgere!

Il 12 insegna che ogni rapporto è un impegno, una missione. 

Ci sono tanti libri che parlano di queste cose, molti sottolineano il messaggio dell’ angelo custode, le pietre corrispondenti, il colore, il vizio… ogni singolo elemento vuole trasmettere un messaggio. Anche il nostro inconscio tira fuori qualcosa. Ultimamente mi capitava spesso di vedere il numero 2 sia sotto forma di orario che in altre immagini.

Il 2 è la dualità tra me e me. Bianco e nero, gli opposti insomma. Mi si è aperto un mondo su questo argomento che sto trovando spesso in varie discipline sia di studio che ludiche. 

Ho dato vita a un nuovo lavoro, un mega taccuino ispirato alla numerologia. Ogni pagina contiene un numero da zero a 100. Da un lato c’è il disegno e dall’altro il mio significato e poi una spiegazione tratta da libri vari. Nella numerologia i numeri studiati vanno da 1 a 9 e le sequenze sono  11; 22; 33; 44. Nel mio taccuino amplio il concetto descrivendo tutti i numeri fino a 100. Ogni emozione subisce un’ interpretazione. 

Il primo numero disegnato è stato l’8, poi lo zero e il terzo numero il 100. Da qui ogni volta che volevo disegnare il numero 2 i miei pensieri erano contrastanti e in lotta tra loro, poi ho letto il significato e ne ho compreso la motivazione: il numero 2 rappresenta la dualità, gli opposti. 

La parte inconscia e la razionalità. Un confronto tra le due parti. Mi sono lasciato ispirare … senza seguire la numerazione. Molti numeri sono già stati disegnati come “il numero”, molti altri ancora in attesa. 

Grazie a questo lavoro di lettura in chiave numerica, riesco a dare dei significati diversi alle opere create e a darmi delle motivazioni più elaborate e meno lasciate al caso. 

Il sasso e la piuma sono un esempio di elaborazione. Sono partito dalla piuma che per antonomasia è leggera e il sasso pesante, ma davvero lo sono?

Noi sappiamo per memoria o per quello che ci è stato insegnato che la piuma per eccellenza è leggera. Se la prendiamo in mano risulta leggera e, nella sua splendida leggerezza, la piuma è capace di far volare un’ aquila. 

Il sasso è fermo, ma frena ogni pericolo come un’ onda che si rompe sugli scogli. La semplicità del pensiero. 

Questo doppio pensiero mi ha portato a pensare che il sasso simboleggia le nostre emozioni a volte dolorose. In che modo ci liberiamo da questo peso, volando? 

L’unico volo che conosco è accettare i propri sbagli, errori a volte grandi, a volte meno grandi, errori che sono stati ponderati nel qui ed ora del momento. Vivere il presente. 

Tutta questa elaborazione l’ho potuta fare scoprendo ed elaborando dei numeri. I numeri parlano attraverso un orologio, un suono o un disegno. 

I prossimi podcast andranno a sottolineare i numeri e la mia esperienza a livello olistico e pratico dettata da grandi menti come Jung che dice: 

Anche nella psicanalisi troviamo riferimenti alle discipline olistiche. L’inconscio collettivo è innato e universale, popolato e formato da immagini simboliche anch’esse comuni a tutti gli uomini. Si tratta di emblemi che Jung chiama archetipi, simboli che accompagnano le rappresentazioni artistiche di tutte le civiltà. Ci si riferisce ad immagini come la luna e il sole a cui assegniamo un significato inconscio comune. La luna riguarda gli archetipi del femminile ed il sole gli archetipi del maschile di cui abbiamo riscontro in molte civiltà che adoravano divinità femminili o maschili raffigurate con gli stessi simboli degli archetipi junghiani. La parte ignota, invece, è rappresentata dall’ombra che da sempre si fonde con il mistero. E’ sfuggente e a volte inquietante. Per Jung, la parte irrazionale e istintiva dei pensieri umani è qualcosa su cui non si può esercitare un controllo e quindi, fa paura. Ma anche la paura ha un fascino attraente…

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