La mia mente corre.
Salta da un pensiero all’altro come una scheggia impazzita, affamata di stimoli, immagini, domande senza risposta.
Dentro di me è un continuo zapping mentale: pensieri che si accavallano, idee che si accendono e si spengono prima ancora di potersi realizzare.
Questo è il mio multitasking interiore.

Fuori, il mondo mi chiede lo stesso.
Fare tutto, e farlo in fretta.
Essere presente ovunque, in ogni ruolo, in ogni responsabilità.
Come se il caos dentro fosse solo un riflesso amplificato del rumore là fuori.

Ma cosa succede quando questi due mondi si toccano?
Quando il dentro e il fuori iniziano a parlarsi, a confrontarsi?
Quando l’arteterapia diventa il punto d’incontro tra i due?

Dal mio mondo ADHD e dalla condizione genetica Klinefelter, ho imparato a riconoscere i miei limiti non come ostacoli, ma come soglie.
Soglie che, una volta attraversate, aprono a nuove possibilità di pace con me stesso.

Mettere ordine fuori – tra oggetti, spazi, gesti – è il mio modo di chiarire dentro.
È un atto semplice, ma potente: mi aiuta a fluire con più leggerezza anche nel mio mondo frenetico, dove il pensiero corre e il cuore cerca quiete.

Ogni gesto di cura esterna diventa allora un invito a respirare, a rallentare, a riconoscere ciò che conta davvero.
Un piccolo rituale di chiarezza.
Un modo per migliorare: non per diventare perfetto, ma per stare meglio, con gentilezza.


Scopri di più da Paolo Cipriani Arteterapeuta

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